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Fogli-Abili

Categoria: arte Pubblicato: Venerdì, 04 Febbraio 2011

Gli ESTREMI s[FOGli]abili

 

di Francesco Pasca

(Un'opera di Singlossia prodotta in una performance nel 1979 presso la biblioteca circondariale di Bergamo da Francesco Pasca e Rossana Apicella.)

Francesco Saverio Dodaro lascia ai poeti la possibilità di esercitare il racconto in Cento parole. (2010)

Mauro Marino con "L’Ultima" di “Paese Nuovo”, Quotidiano di Lecce e del Salento, apre ai poeti e dà l’alternativa digitale del carattere mobile in una editoria da underground.

I poeti approvano, si cimentano ed espongono con un giornale parlato. Uno e più racconti contribuiscono e confluiscono all’Estremo dettato dai tempi.

In questi giorni al Caffè letterario leccese, da 4 al 25 di febbraio, saranno in esposizione i “romanzi” in Cento parole di alcuni di questi autori, di quest’esperienza, sono: Erika Sorrenti, Teresa Lutri, Giuliano Ingrosso, Francesco Aprile.

Ma cos’(È) New Page?

Trovo scritto in coloro i quali si sono interessati di Poesia, di questa particolare narrazione poetica in store, che la Pagina Scritta nasce da “Poesie per gli altoparlanti stradali”, che affonda le radici in una perfomance scaturita da “un metronomo, registrato (suppongo sintonizzato) sulla frequenza cardiaca” e che da detta, poi, frequenza, qui, è l’auto narrazione.

Pare sia venuta fuori, è divenuta palese una “Matram psicofisica”, il principio fondamentale già presente che viene trasformato in risorsa naturale, in ricchezza spirituale. Quindi, il mezzo che diviene e produce, perché no, Arte.

Sono “Malesseri, svenimenti per gli scrutatori dell’interno sferico”, sono le deformazioni del dentro, è “il respiro verbo-visivo” che, infine, diviene «New Page. Narrativa in store».

Dal momento che mi occupo di Poesia Visiva da decenni, fra i miei appunti trovo: che l'opera è l'artista; che quell’immedesimarsi così sovrapponibile è quando vi è anche l’opera estrema; che, paradossalmente, non è sogno in quanto quel risultato è immutabile; che l’arte non è un mare qualsiasi e che le leggi degli uomini sono castelli di sabbia; che l’arte è un blocco informe di coerenza immaterialmente concreta e che occorre uno scalpello con cui incidere quella sua somiglianza ed altrettanta  differenza fra l’essere Uomo e contemporaneamente Arte.

“Diciamo, alla luce di quanto esposto, che le New Page io preferisco chiamarle "L'estremo sfogliabile". Potrebbero essere anche un’edizione particolare che è lì a frugare-sfogliare nel campo delle arti visive con un rapporto attivo tra immagine e testo, e, se non ciò bastasse, anche tra il segno linguistico e l’immagine in un distinguo scrittografico, persino il possibile incontro tra segno e poesia.

Come in ogni estremo vi è poi il cercare un'attenzione privilegiata utile ad un risveglio d'interesse. Portarsi sino a quell’estremo, in maniera specifica, e poi adeguare il rapporto strettissimo tra arte figurativa e letteratura.

Il tragitto lo abbiamo già goduto attraversandolo, persino a volte anche denigrandolo. Gli ismi europei non potranno mai essere regolati e non si potrà mai regolare l’arte, se non si comprenderà quell’esperienza, sia la Poesia Visiva che il Libro, così chiamato: “Oggetto”, “Arte”.

Chi sottende all’immagine e non all'immaginario ha un rapporto meno antico e non può facilmente risolvere il già non definibile, sia esso tra la possibile intrusione e la sua conseguente connessione.

Il codice è bene dichiararlo in anticipo è nell'ottica della comunicazione e, per fare comunicazione, occorre possedere quel codice, ahimè!

Tra i due estremi sfogliabili eventuali, la parola-immagine non è opera di catalogazione, né mera rilettura di esperienze e sperimentazioni. Estremizzare è anche l’attuare ed impone l’attuabile senza alcun tipo di limitazioni verbo visive.

Ho trovato scritto sul mio abbecedario, tra l'altro, che: «l'arte è il contorno estremo, l'universo vagante, la mappa stellare sfogliabile senza inventario né fine... l'estremo sfogliabile che è opera e che diventa spessore, libro, pagina, bordo, aria...».

Se l’Estremo si fa totale è la visione a diventarlo.

Il foglio, L’ultima del Quotidiano Salentino “IlPaeseNuovo” unisce quell’«Estremo Sfogliabile». È la pausa ideata da Mauro Marino e condivisa dai partecipanti all’idea.

Salire sul gradino più alto è vedere più lontano. L’impulso è il Verso. É l'idea che nasce dall'estremo della spirale e racconta. Pagina dopo Pagina si è disegnata l’idea e l’estremo diviene il transitorio mutevole.

Forse è l'idea di un sogno estremo all’interno del libro non scritto, dell'opera editoriale concentrica di interventi eseguiti nel dettaglio del numero Cento.

L’editoria per conservasi nel suo concentrico virtuale  ha prima l’idea e poi il progetto, questo modo di fare è la messa in opera in veste tipografica dove i caratteri, come creature mobili, assecondano l'azione centrifuga dell'idea. La metafora è il dinamismo del pensiero che si materializza passando sul libro-carta.

L'Oggetto ha appena iniziato il suo percorso circolare e si tira dentro il nucleo dell’idea, diventa il labirinto latente, il non detto che esprime.

Nel sommarsi, il carattere editoriale virtuale è la spinta orizzontale, è l'anello che suona l’immagine sull’estremo di un bordo e che si trasmuta in memoria.

Le pagine de “L’Ultima” sono al seguente link:

http://pnculture.blogspot.com/

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