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Ovvero il “Cinguettio” da ramo in ramo
di Francesco Pasca
Su il PaeseNuovo del 15 settembre 2012 alle pagine Culture, in un testo di Luciano Pagano, leggo: da venerdì 21 lettura in rete del “Il romanzo osceno di Fabio twitta e tumblra”.
Luciano Pagano precisa: «Si tratta di una storia, se vogliamo una storia a pezzetti». Ci informa anche come e dove leggere quotidianamente “Il romanzo osceno di Fabio”. «Se siete iscritti a twitter basta followare @ romanzo osceno (http://twitter.com/romanzosceno); se siete iscritti a tumblr basta followare romanzosceno.tumblr.com; se non siete iscritti né a twitter né a tumblr basterà andare sul sito http://romanzosceno.tumblr.com/ e inserire (se maggiorenni) la password “senso”».
«Troppo ghiotta la notizia per non farci su un pezzo, per non immergermi nella scrittura, per non scavare ancora una volta nel dire, nel fare».
Ops! Ho raggiunto e sforato di un carattere la fatidica cifra dei 140 caratteri. Ho fatto il mio primo non tweet, meglio dire un non twoosh, più precisamente ho scritto: 25 parole, 117 caratteri spazi esclusi, 141 caratteri spazi inclusi. In definitiva 1 dei tanti miei paragrafi che hanno avuto termine con il punto.
Per il me che non pretende di fare letteratura; per il me che non ottempera alla consecutio, alla frase di senso compiuto, alla necessaria punteggiatura ossequiante con lo spartire del tempo e del suono; per il me che segue solo il fluire della scrittura con parole lasciate ad altri e con il compito, se ne ravvisano l’opportunità e voglia, di completare, per tutto questo, il tweet mi piace immaginarlo non con il suo numero di caratteri (determinato da regole di sms) ma esteticamente e banalmente assunto, circa, da un rigo e dal successivo suo due terzi, se di carattere Garamond 11.
Da qui ecco la mia “storia”, non senza essermi aggiornato su una tal Jennifer Egan e averne letto i suoi scritti in tweet: “… People rarely look the way you expect them to, even when you’ve seen pictures …”, e, nei miei dapprima, averne condiviso “ Il tempo è un bastardo” (A Visit From the Goon Squad) pubblicato nel 2010 edito da Minimum Fax nel 2011, nonché premiato con il Pulitzer per la narrativa nello stesso anno.
Poi ancora sono andato a capir meglio di tweet e di twitter per l’essermi imbattuto nella notizia lanciata da Luciano Pagano e apparsa giorni fa su Facebook ed oggi riletta sulle pagine del IlPaeseNuovo.
Nello scorrere il suo annuncio non ho potuto non sorridere perché gli riconosco l’intelligenza letteraria, l’amore per la scrittura e il suo essere giovane interprete dei tempi che corrono. Ho apprezzato l’utilizzo e il dichiararsi, nell’eseguire da Spinoffer. D'altronde il web è una stagione in cui tutto è breve e, quel che è breve, si sa, è già superato e d’attendere.
Questo circoscritto mi soddisfa e l’approvo. Approvo un po’ meno le cosiddette Regole d’oro per essere twitter: … guardati intorno, naviga per capire cosa fanno i tuoi amici twitters, osserva il loro esprimersi. Fallo, è importante affinché la tua Home di twitter non sia senza “Niente” dentro … Che abbia anima visibile sul motore di ricerca. Rimbalza sulla rete e in pochi minuti avrai i tuoi contenuti.
Approvo un po’ meno l’idea del romanzo da cinguettio a cinguettio, l’idea del restare impigliato nell’attesa di uno svolgersi che non svolge ma arresta, se arretra e non prosegue.
Sorrido al ricordo dell’Ungaretti che usava scrivere su cartoline postali (altri sms) a Papini e a Soffici. Sorrido nel ricordare quanto scriveva a Papini con :"M'illumino d'immenso con un breve moto di sguardi”. Mi nutro di quell’idea di brevità, di sguardo, che si contrappone alla guerra di trincea e la misura con la distesa infinita del mare.
Non era l’incipit di un romanzo da scrivere, né il Tweet da inviare, né una regola d’oro da ottemperare. Erano solo 8 “interminabili” parole, 42 caratteri esclusi gli spazi, 49 caratteri inclusi gli spazi. Non vi era attesa di un nuovo tweet ma la sola certezza che “il tempo è un bastardo”. Ha ragione il mio amico Antonio Errico: «dopo Omero nessuno ha mai scritto niente di veramente nuovo e, a sua volta il nuovo, è da lui riportato dalla tradizione orale».
Naturalmente del dire assumo il metodo del nuovo dichiarato modo di scrivere.
Dimenticavo. Per il mio primo tweet, incipit da nuovo romanzo, è sufficiente omettere “nel dire”e farlo diventare : «Troppo ghiotta la notizia per non farci su un pezzo, per non immergermi nella scrittura, per non scavare ancora una volta nel fare».
Ho così scritto: 23 parole, 108 caratteri spazi esclusi, 130 caratteri spazi inclusi. In definitiva il mio primo twoosh, che, esteticamente, resta di un rigo e dal successivo suo due terzi se di carattere Garamond 11. Proverò a leggere “Il romanzo osceno di Fabio”, ma premetto, non twitto né tumblro.