Le plasir du teste
“Il Gesto” ovvero “Le plasir du teste”
Francesco Pasca e Roland Barthes
- Titolo: Il gesto. Giano: idea di fili senza spessore
- Autore: Francesco Pasca
- Editore: Lupo (collana "Varia")
- Data di Pubblicazione: 2011
- ISBN: 9788866670056
- Dettagli: p. 193
- Reparto: Romanzi contemporanei
di Francesco Carrozzo
Da leggere tutto d’un fiato quest’ultimo libro di Francesco Pasca, lasciandosi trascinare dal fluire ininterrotto della lettura, immergendosi in essa ed eseguendo l’avvertenza che lo stesso autore fa a pagina 7 (sette): “Se l’intenzione di chi vuol leggere è quella di raccogliere un senso, questo libro non è da leggere. Se volete rincorrere le parole, sappiate che sono Parole Sparse, forse, non può essere il giusto viatico per sor(prenderle). Se amate un testo eseguito con il gesto di nome scrittura, questo testo fa per voi."
E’ un testo che vi farà poi riprendere e leggere un caposaldo della saggistica internazione. Roland Barthes scrisse “Le plasir du teste”, un capolavoro assoluto, (Il piacere del testo) e nel 1973 a Parigi fu pubblicato da Editions de Seuil. Lo ritroverete ne Il Gesto di Francesco Pasca. Se Barthes, da semiologo qual’era, con il “piacere del testo” ne fu saggista, colui che studia, disseziona il linguaggio utilizzato da altri fornendo una prassi che rimarrà nella letteratura, per il nostro è la narrazione per la scrittura, è la trasposizione narrativa, è il suo Gest(irsi) nel momento del formarsi scrittura. Se Barthes proclamava, a proposito del piacere della scrittura: “… è la scienza del godimento del linguaggio, il suo kamasutra e la scrittura stessa”, ne il “Gesto” di Francesco Pasca la narrazione diventa l’attimo prima dell’atto stesso, quello dello scrivere nel suo formarsi. E’ il pensiero libero che fluisce nella mente di chi scrive e lo dona come atto d’amore agli altri, ai suoi lettori.
Il Gesto è il godimento dell’autore, un piacere che si rinnova ad ogni punto, punto e virgola, virgola, punto esclamativo. troverete una scoperta continua di significati e significanti nel suo formarsi narrativo. È il trionfo della parola. È il trionfo della perifrasi. È il testo/traccia che sconfina nel ricordo e che da esso trae la forza per riproporsi guardando ad un nuovo significato/nesso mnestetico. E’ rinnovamento del linguaggio. R. Barthes fu il semiologo, lo studioso del linguaggio, Pasca ha provenienza dal linguaggio pittorico, è l’artista, il dipintore del linguaggio nel suo compiersi e scomporsi. Entrambi appassionati cultori del termine linguaggio, entrambi fruitori del piacere che da esso ne deriva. Conoscere l’uno è per ri-apprezzarne l’altro. È quello che mi è capitato. Accanto alla proliferazione incontrollata e incontrollabile moltitudine di moltitudine, di racconti-diario, vera proliferazione di fandonie personali spacciate per opere letterarie, “Il Gesto” si lascia apprezzare per il fluire liquido del linguaggio, per quella complessa “insalata” di parole che mi ha portato anche a Milton H. Erickson: “La mia voce ti accompagnerà”. Milton H. Erickson è stato un grande esperto di ipnoterapia, del metodo di risoluzione delle problematiche inconsce. L’induzione alla trance, alla sua ristrutturazione con l’attraversamento di uno stato di trance è lo stesso utilizzo dell’insalata di parole o del brainstorming. Ecco quello che trovo nel gesto. Occorre pensarlo, gustarlo prima di tutto esteticamente, poi lasciarsi trasportare dal gusto dell’insieme. È il piacere del complesso che è un’altra cosa rispetto ai singoli frutti che la compongono. E anche il singolo frutto nel rimando a memorie ancestrali, al piacere. La trance letteraria fornisce un accesso al “rimosso”, ne ristruttura il senso fornendo un nuovo significante alla propria azione e ne permette l’interpretazione escludendo il far cadere in quello che gli psichiatri e gli psicologi chiamano “coazione a ripetere” gli stessi errori, gli stessi comportamenti, gli stessi orrori. È il “Gesto” che ci riconcilia con la scrittura creativa e la sua lettura ci permette di fare pace con l’arte dello scrivere e del leggere, ci guarisce da tanta brutta letteratura tipo “diario adolescenziale” spacciatrice di opera letteraria da lucchetto e/o l’illusione che si è attaccata ad un lampione.
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