Se un Sole è poco.
di Francesco Pasca
«… in fiamme
dal cielo, il capo a colpire ai blasfemi
e la tempesta tu non invocasti
che spazzasse le ceneri dei barbari
dalla patria lontano e dalla terra! ..»
(Friedrich Hölderlin, Vanini, 1798)
La sera del 9 febbraio, anniversario della morte di Giulio Cesare Vanini, a Taurisano, nella sua casa, del filosofo felice si è parlato, lo si è ricordato e si è rinnovato anche da parte di altri l’impegno per la filosofia, per questo strano animale propedeutico alla pianificazione del pensiero utile alla ragione. L’occasione è stata un corposo saggio edito da Bompiani per la collana “il pensiero occidentale” curato dal Prof. Francesco Paolo Raimondi e dal suo ex allievo dott. Mario Carparelli. Il libro: “Giulio Cesare Vanini – Tutte le opere”. Nella serata si sono avuti autorevoli interventi: dello stesso Prof. Raimondi, del Prof. Domenico Fazio, del Prof. Maurizio Nocera e del giovane studioso Mario Carparelli. Non starò qui a riferire i loro interventi, quel che è certo, è che il Vanini li ha accomunati in un percorso sicuramente complesso. Per me ascoltatore è stato un invito a nozze, ho letteralmente trangugiato con avidità i manicaretti che mi venivano offerti. La digestione è stata lenta e ragionata. Non ho qui con me il volume, non ho avuto l’opportunità di sfogliarlo, di apprezzarne la saggistica, mi riprometto di farlo. Sono qui a scrivere perché amo, come mio solito, dialogare e nel frattempo prendere, da lontano, il solito toro dalle corna. Da lontano, è per la pericolosità dell’animale, e, per le conseguenze che ne potrebbero derivare.