PPPP
PantaPescePataPasca in OU-LI-PO.
in una scatola scritta non è da escludere di trovarvi il non significato per l'incanto di un "non comprendiamo", ma vi è qualcosa di più: è come dirigere la manovra di un'escavatrice, manovrare il suo congegno utilizzando un sonetto del Petrarca.
(da il Gesto-Giano:idea di fili senza spessore edito da Lupo)
Molti credono che l’oggi non è il ricordo di ieri e che domani potrà essere quello dell’oggi. Nasce così, per quei molti, l’idea del che serve applicarsi, sforzarsi, provare e non distrarsi. Pensano: “Si vuol forse ridurre il tempo ad essere immobile?”. Per Fiato, un oggi è già il passato, e, del suo fare, vuol parlare con quell’oggi. Tutto questo può indicargli lo zoppo che indietreggia.
Questo è il suo impossibile. [...]
Il Sonno porta in ambienti già percorsi, in libri già letti, in immagini già pronunciate coi loro segni e colori. Con il sonno ritorna l’immagine della dimenticanza, di un passato creduto mai trascorso. I rifugi sono quelli di un te, bambino, e si delineano tra le righe di una pagina su cui si scrive-scriverà.
Si delinea una forma sui quaderni dalla foderina nera traslucida come la scorza della serpe nera, quella sovente incontrata lungo i sentieri ai cui bordi verdeggiano i rovi dai frutti carnosi ed altrettanto scuri, neri come la scorza di quei quaderni. Frutti composti, aggregati di minuscole sfere ordinate dal succo acre e dolce, proibito. Quaderni con fruscianti pagine leggere come quella serpe nera. Voltare le pagine è trovarsi tra righi colorati di nero, blu, di rosso. Quei righi ora appaiono stretti, ora larghi. Oggi assecondano l’anno di quella percorrenza-evidenza tra quelle pagine. È curioso il Tempo! Oggi ha due facce, due sguardi differenti, due occhi che guardano in direzioni opposte, due bocche che non parlano all’unisono ma una al passato e l’altra vorrebbe parlare al futuro, ma, si ascoltano con le stesse orecchie dove i suoni si accavallano, si confondono, cercano disperatamente il suono in cui ritrovare, accertare quelle voci. [...]
Giano è l’itinere che ritorna. Giano ecco il nome più ambiguo da utilizzare in un non testo. Giano è lì ora predisposto a vedere insieme a me doppio. Ascolteremo doppio, penseremo doppio. Saprà essere la doppia Anima Memoria del Tempo. La data è la stessa di sempre, una nascita antropologicamente scritta e voluta dal caso, ma anche dall’esistere.
Per Giano è l’undici giugno del millenovecentoquarantasei. Thea la già ‘Ntina la Rosa sarà amante e compagna.
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