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il Chi

Categoria: libri
Pubblicato: Martedì, 12 Giugno 2012

Il Chi dei Pazzi?

il nuovo romanzo di Antonio Errico per Manni Editore

di Francesco Pasca

Chi può mai esiliare uno de’ Pazzi(?) Chi l’ha esiliato(?) Perché è l’esiliato? Chi è … ?
Per il me che ha letto, due “dubbi” e due “domande” per comprendere una Storia, non una Storia qualsiasi, ma ciò che il Tempo di un accadimento comporta e quanto, il Tempo, sia importante per poter sovrapporre, unire in legami temporali improbabili e da rendere attuali.
Vi è un’accorata e continua richiesta nel romanzo di Antonio Errico:«se tu venissi da queste parti». Il riferimento non è a caso. Lo ritrovo tra punti cardine della scrittura e continua:«Se venissi in una notte senza Luna …». Per il me che ha letto è nostalgia. Convinzione da far risvegliare in Lorenzo. È la nostalgia in cambio di una “conoscenza”. Il buio senza Luna è far conoscere l’abisso di pag. 100, è la sconfinata biblioteca di Casole. È il buio di ogni tempo e l’oscurità del sapere. È il libro, è il consegnato e il ricordo, è la lettura di Marsilio al capezzale del Vecchio Cosimo.
Ecco dunque la ragione di una necessità, ecco quindi la Congiura, quella iniziata di domenica e conclusasi di domenica, il 26 aprile 1478, nel giorno del Signore. (Nobilissimo Signore)
La probabilità sperata dalla ricca famiglia di banchieri in una Firenze Rinascimentale è parzialmente risolutiva per l’accaduto fra Pazzi e Medici, fra anime dal confronto diretto che, sul filo di una mano volta all’elevazione, trapassa mortalmente e anche ferisce.
Morrà qualcuno e si salverà qualcun altro. Un altro ancora andrà a cucire una nuova “Cronica” e ci sarà chi andrà a leggerla.
La Storia quando si scrive mai farà chiaro sulla Storia, né l'idea di uno stilo che la trapassa sapremo se nacque di fabbrica a Firenze piuttosto che a Roma, oppure per ragioni ancora più complesse in contado di Urbino per mano di un Montefeltro o ancor più giù in Campania ad opera di un re, di un Ferrante d'Aragona.
In quel torbido, nel potere temporale di un Della Rovere(1471), così come in quel probabile, non fu solo l'idea.

E lì, dove la storia è incerta, ecco spostarsi l’azione. Decisamente, è ancora più a Sud. Occorre far varcare i confini del Regno, farla rinascere in un’altra “Cronica”, quella scritta nel silenzio e punteggiata da trentasei: «Nobilissimo Signore, da questo esilio scuro, da quest’ora senza storia, da questo mio rifugio scavato in fondo alla memoria , da questa terra estrema sul confine di due mari, così, da qui, ti scrivo.»

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Racconti

Categoria: libri
Pubblicato: Martedì, 17 Aprile 2012
Scritto da Francesco Pasca

nell’Odissea delle Parole

 

di Francesco Pasca

 

Ventisei le scritture patafisico-pantagrueliche di provenienza dal più sornione, creativo, burlesco, funambolico, tumultuoso degli scrittori affabulatori da me conosciuti. Sono trascorsi trentacinque anni, un altro ieri da quell’incontro con quel fauno arguto dalla penna per flauto presso il laboratorio di poesia di Novoli dell’amico Enzo Miglietta. È fertile la terra di Sicilia, lo è anche di quel pezzo che guarda ad occidente e si sbriciola in altrettante isole dal nome e dai rumori di nuova scrittura contesa fra Palermo e Trapani. Isole con scrittura da arcipelago come Fa-vi-gna-na, Le-van-zo e Ma-ret-ti-mo. Con altre isole che s’aggiungono alle isole e col nome di Formica, di Maraone, di Stangone, di Galera, di Galeotta e Fariglione. Isole tutte unite dal mare che fanno, dettano il "favorevole” o “il propizio". Sarà la mitezza del clima o la pescosità di quel mare a determinare una sì alta vivacità creativa, una sì iper pescosità nelle acque dalla tempesta di nuova letteratura in progress. Sarà per l’isola che c’è. Sarà tutto questo perché l’isola ha un altro nome, che s’aggiunge.

Ignazio Apolloni è ancor’oggi nella mia biblioteca e questa si è riproposta con l’arrivo di un dono dall’amico, un volume edito da Manni: “Racconti patasfisici e pantagruelici”, collana pre-testi, 2000, introdotto in prefazione da Stefano Lanuzza. L'ho riletto volentieri e ne faccio nuovo giudizio. Così introduce il Lanuzza:« … una perigliosa cartografia mentale quella delineata da Ignazio Apolloni in questi suoi racconti contenenti una sorta di romanzo iterativo e votato all’esplorazione di allegorie arcane e luoghi comuni; all’inquietudine e al movimento, al pellegrinaggio e al rapinoso viaggio … itinerarium tra fatiscenti miti metropolitani e un terzo mondo occidentalizzato, scorribanda indocile alla tradizione …» Così conclude: «… quanto non può ricalcarsi sulle usurate carte della consuetudine letteraria.»

Da ciò che estrapolo, il presentatore, trova ed esorta, nell’immediato, alla cautela nell’affrontare il suo mare, l’increspata scrittura. L’atto creativo può sorprendere. Con quest’invito, d'altronde, ben conoscendo Ignazio, non ho avuto alternative e ho intrapreso una nuova Odissea nei suoi ventisei approdi. Da tempo corriamo e ci inseguiamo, e, a fasi alterne, ognuno di noi ha vestito i panni di chi, all'inizio della propria navigazione, ha avuto la sorte di una o più tempeste. Vi è stata, per la singlossia, la prematura scomparsa di Rossana Apicella, che ci ha lasciati in ciò che fu voluto dal Poseidone di turno. Fu così che, la poesia visiva ci ha visti uniti e divisi in “Tracia”, nel paese dei “Ciconi”, oppure lì dove il vento del Nord spinge nel paese dei “Lotofagi” del Ciclope Polifemo dalla scrittura monoglossica. Lo stesso “Eolo” ci ha voluti nella sua isola in una mostra tenutasi presso il Rettorato dell’Università di Palermo con la Singlossia. È stata una navigazione a vista perenne, dove, a caso, il verso-senso del Nord  ci ha fatto approdare. Ma un approdo non vuol dire riposo perché si può incappare nel paese dei “Lestrigoni", degli antropofagi che lapidano e divorano i nuovi poeti visivi e che fracassano le immagini delle loro navi.

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l'islam

Categoria: libri
Pubblicato: Mercoledì, 04 Aprile 2012

L'ISLAM nel MEDITERRANEO.

È disponibile l'Islam nel Mediterraneo. Incontro scontro di civiltà di Vito Salierno, per Capone Editore, pagine 144

IL LIBRO


In dieci capitoli preceduti da un’introduzione storica l’Autore affronta il tema dell’impatto dell’Islam sull’Europa nel tardo medioevo: il periodo, che vide l’espansione arabo-berbera nella penisola iberica e nella Sicilia, oltre che nell’Italia meridionale, fu caratterizzato da un intenso scambio culturale.
Dopo i primi inevitabili scontri dell’arrivo dei musulmani sul continente, la situazione si normalizzò: si instaurò un modus vivendi di cui beneficiarono tutti, musulmani, cristiani, ebrei che vissero in un clima, tutto sommato, di pacifica convivenza. La mitica battaglia di Poitiers, la leggendaria rotta di Roncisvalle, le crociate furono episodi enfatizzati dalla storiografia posteriore che ci volle vedere una sorta di scontro di civiltà: i benefici nel campo della cultura, del commercio, della vita quotidiana furono messi in ombra, le motivazioni religiose diventarono preminenti facendo perdere di vista il bene comune. L’excursus esamina il progresso della Spagna dopo la stagnazione dei Visigoti, la vita della Sicilia arabo-normanna dopo il sonno bizantino, i fermenti sotto Federico II, la “reconquista” dei re-cattolici nella penisola iberica, il nuovo equilibrio nel Mediterraneo, il successivo declino arabo-berbero, il rinascimento dell’Europa, l’avvento della nuova potenza degli Ottomani. In questo ampio quadro non mancano le presenze del “Corano” e della “Commedia” dantesca, della poesia arabo-andalusa, provenzale, siculo-toscana, della matematica e della medicina, documentate da fonti inedite o poco note.

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