UNIverso
CENTRO
Dalla strampalata definizione di
"CONVERGENZE PARALLELE" alla improbabile definizione di "CENTRO".
di Francesco Pasca
Parliamo di Centro?
Ma dove lo collochiamo il Centro?
Stupidissima domanda se, nella non percezione idosemantica, ci ostinassimo a posizionarlo dapprima a Destra poi a Sinistra, oppure, per volontà di alcuni, un po' più a ... (di quanto?) a Destra o a Sinistra.
Ohibò, ma, nello strampalato ed equivoco collocare avulso da un improprio fonosemantico, tutto potrà, potrebbe essere e mai potrà o potrebbe diventare un Centro, mai, s'è a Destra o a Sinistra.
CHI e a CHI
Terrorista a Chi e Chi?
di Francesco Pasca
Da tempo ormai siamo interrogati sul significato di “sicurezza”. Ad ogni increscioso incidente torna il refrain: Ma i nostri luoghi di imbarco per il mondo sono sicuri?
La nostra vita nelle ordinarie faccende è sicura?
Dalla seconda domanda distraggo la mente e da un generico pericolo rimbalzo alla prima domanda e per aver vissuto per Luoghi di imbarco, forse, più intensamente negli ultimi mesi.
Per gli addetti, intendo per i preposti al servizio di vigilanza e per le notizie nei media la risposta nel generico è stata sempre “molto sicuri”.
Elogio della memoria
Elogio della memoria
Ovvero diario minimo
di Francesco Pasca
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Per mia natura e per dir di memoria, asseconderò “lo scarto dalla norma”, non seguirò l’ordine in una o più frammenti di ricordo, gironzolare nell’intorno m’è più consono.
M’accingo a perseguire o riprodurre o a elogiare il ritroso che non sarà solo esercizio di memoria, lo diventerà soprattutto per far ordine ad una ricerca in affanno, anche per gli anni a venire e per emergere dalle tante cianfrusaglie di una vita trascorsa o ancora da trascorrere.
Fatta la premessa e, siccome di “treno dei desideri” si tratta, nell’ ancor più, oggi, ho occasione per elogiare solo una parte di memoria e di cose “scritte” in poesia.
L’immagine di una memoria è stata subito dapprima carpita e s’è ancorata, poi, nell’ancor più del convintamente. Ho colto a volo lo “scartamento ridotto” di binari semantici per far correre le mie tradotte vacillanti, in parole.
Scovo, tiro dal marsupio di Eta Beta, l’acciaio futurista e i freddi solchi rovesci e mi accingo alla ulteriore deviazione in accortezza del non imboccare per un binario morto o per ponti costruiti per le nuove Cassandre.