UNIverso
Una [D] che non è [R]
La bella Domanda.
Ovvero il criterio che garantirebbe l’oggettività per una risposta in una D che non è R
di Francesco Pasca
Capita! Ma, a bomba, come rispondere a: Cosa occorre ad un artista per dare inizio ad una esperienza estetica? Oppure. Perché scrivi? Ancora. Cosa è il dare per esprimere o come si deve scrivere? Ciliegina? Per chi componi o a chi scrivi? Poi, in un massimo di godimento, la domanda che surclassa le altre: perché(?)
Forse perché gli idioti ti inseguono e da sempre e con le idiote domande?!
L(isa)
[L]-ISA
Appunti per viaggio. Con il viandante e i suoi colori
di Antonio Errico
… poi c’è la narrazione
Impulso. Affetto. Evocazione. Tracciati della Storia e tracciati di memoria. Percorsi psicologici e percorsi di ricerca che si intrecciano e vanno verso una scrittura che si compone di specularità, di stratificazioni, di un linguaggio figurale che annoda i piani dell’elaborazione psichica e di quella estetica.
E’ complesso, questo libro di Francesco Pasca: forse il più complesso fra i suoi libri. Lo ha tessuto con teorie e con forme espressive molteplici. Il lettore non tenti processi di interpretazione lineari. Si prepari da subito ai sentieri impervi, a ritornare spesso sui propri passi, a rintracciare nessi che scorrono sotterranei, a scandagliare la profondità dei concetti, a decifrare enigmi, a tentare di sbrogliare le trame, di sciogliere allusioni, riferimenti cifrati. All’interno di un accurato equilibrio formale, Pasca elabora un’oscillazione fra tempo presente e tempo passato, una dialettica tra l’oggetto e il soggetto della Storia, tra il senso che scorre sotterraneo e quello che si manifesta. Mi sembra che in questo libro tanto la parola in sé quanto la frase nella sua struttura, si carichino di una valenza simbolica di tempi, luoghi, fenomeni.
La dinamica testuale si configura come mimesi della dinamica temporale: il linguaggio si tende non tanto verso una rappresentazione del tempo quanto verso una coincidenza con il tempo. Pur nella consapevolezza dell’impossibilità, aspira ad assorbire le dimensioni temporali ed a farsene espressione autentica, scartando ogni mediazione operata attraverso la finzione. Si tratta di un processo di sperimentazione che probabilmente si fonda su teorie artistiche e su pensieri filosofici che Pasca indaga e scandaglia da anni, e che in questo lavoro assumono la valenza di sostrato culturale e concettuale, ma anche, direi, di essenza originaria della scrittura. Il racconto costituisce la testimonianza che gli accadimenti della Storia continuano a propagare i loro effetti sulle nostre visioni e sulle nostre interpretazioni del mondo. C’è un viaggio “per i tratturi della Storia”, in questo libro, un “ascoltare il colore nei segni voluti dalla Storia”, un ritornare a viverla, una tensione a fondere la Storia “con il nuovo e il diverso, anche attraverso l’indifferente e l’improbabile”. Il pensiero, la Storia, il linguaggio si protendono verso una simbiosi armonica per diventare spirito e corpo del testo, per cui il soggetto che narra si ritrova contemporaneamente coinvolto nelle tre dimensioni – il pensiero, la Storia, il linguaggio – e diventa il nucleo in cui esse si ricongiungono e si rigenerano. Poi c’è la narrazione. La narrazione, in questo testo, ha la funzione di servire il pensiero, la Storia e il linguaggio.
Itinerari leccesi
LECCE - Itinerari per (Capone Editore)
Sarà disponibile dal 3 dicembre 2014 Lecce, mirabili itinerari (nei quattro portaggi, tra luoghi e personaggi, aneddoti e curiosità, storia e leggenda), di Silvia Famularo e Luigiantonio Montefusco. Presentazione di Rino Bianco.
"[...] L’immagine di Lecce “città d’arte”, come centro urbano ricco di storia e monumenti, non è recente essendo stata riportata da uomini di cultura e della nobiltà europea che si sono avventurati nel sud d’Italia nei secoli dei grands tours. Pioniere è stato il filosofo inglese George Berkeley che scrivendo ad un suo amico del suo “Viaggio in Italia” riferiva dell’esuberanza architettonica di Lecce: “la più bella città italiana si trova in un lontano angolo del tacco…è, per i suoi ornamenti architettonici, la città più fastosa che abbia mai visto.
[...] Attualmente gli itinerari di visita del centro storico di Lecce si dipanano da Porta Napoli (Porta San Giusto), Porta Rudiae e Porta San Biagio lungo le direttrici, rappresentate rispettivamente da via Palmieri, via G. Libertini - corso Vittorio Emanuele II, via dei Perroni -via F. D’Aragona , corrispondenti ad assi viari dell’impianto romano, che convergono verso il cuore della città: piazza Duomo e piazza Sant’Oronzo (piazza dei Mercanti fino al 1871).