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LISA

Categoria: arte
Pubblicato: Venerdì, 14 Marzo 2014

per POP(serio)PENSIERO 

(11-03-2014 - Francesco Pasca)

 

Da dipingere è lì la tavola mia, lì con il suo intorno di secolo a venire. Tuttora pensa anch’Ella e al suo di nome e se l’essere Honda, Gioconda, Monna o (L)-Isa.

Così è quel che a me appare e il come è nel suo nome e nelle misure o ancora com’è fra l’essere e quel fare. Vi è oggi più del noto e anche più di quel nome e lì rimane da aggiungere il Monda che non è Monna, a  quel di me ch’è l’ideale pel mio dunque, addentrare.

L’uscio della mia casa attende la scrittura all’inverso, l’ingranaggio rovescio, il suo mancino andare.

All’uscio, l’amica mia, presto non darà le spalle ed Ella sa che fluisce l’universo suo per le montagne, per i mari e fin su in alto ai cieli e lo farà per rocce e per caverne, per i disordini altrui e per esser veri.

Qui io l’attendo.

L’amica sarà così come nei segni di sbalzo, d’un paesaggio e non solo e, nel me accanto, sarà l’antica Sua saggezza, racconterà del regno del Signore.

Qui, nell’attesa, comincia il suo mutare, lì il creare azioni per quella sua nuova natura che d’uccello ha ala per Luna.  Ier l’altro mi s’accostò e nell’esser vicina così disse e profferì parola. Parlò del sé, chiesi il suo sé o del mai potessi vedere ancor l’antico o quel ch’era del lasciato frizzo, del natio suo villaggio o se al nascosto suo segno andasse con un guizzo.

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ZERO

Categoria: arte
Pubblicato: Martedì, 24 Dicembre 2013

L’anno ZERO

di Francesco Pasca

 

Dicono: tutto quel che nasce è destinato a morire. Non dicono: tutto quel che nasce ha ragione di nascere e desiderio di altri farlo morire. Quale apporto alle premesse per un Anno dichiarato ANNOZERO?

Sebbene certo della non immediata risposta, nell’inesorabile tutto decrepito rimestato panorama del volutamente possibile, la Scrittura ha necessità di alimentare e/o autoalimentarsi nel Suo non essere mai stato inizio di qualcosa o morte per altre. Dal detto, che non è il fatto, non resta che assecondarne lo ZERO, ch’è il suo stesso paradosso, quello destinato ad appartenere e a radicarsi in un mondo fatto per dare sempre necessità di un inizio creduto creato dal nulla. Persino le grandi Cose dell’Universo hanno avuto necessità di caratterizzarsi con un istante particolare, inizio di contenitore in contenitori e con la possibilità di un evolversi in una somma indeterminata di altrettanti eventi. L’evento quindi si attende, si subisce e si classifica, si deposita con gli ulteriori eventi in quel che è il non secondario paradosso chiamato Storia o Tempo.

melL’assunto è l’iniziale, è il tutto in quel dichiarato Storia o Tempo oppure il Tempo ch’è solo inesorabile Tempo o ancora Scrittura del Tempo, di quel che è e vuole essere definito maldestramente “racconto” sia esso stato per essere descritto destro, mancino o rovescio o mal/rovescio. Per Diversalità, per quel che è già nato e del perché destinato da altri a morire, si scrisse, si è scritto, fu il contenitore dopo contenitore. Infatti così ne narrai del febbraio del 2011. “Era già un po’ di tempo che gironzolava, fra me e Maurizio Nocera, l’idea di un foglio poetico, quando poi nel febbraio 2011 con lo stesso Nocera e con Francesco Carrozzo si iniziò a parlarne convinti e nessuno di noi prevedeva, né pretendeva che una qualunque azione intrapresa potesse diventare una pratica certa, almeno tale da essere duratura nel tempo.”  Quindi, il massimo di quella convinzione fu volta a definirsi e sperarsi nell’arco di un indispensabile.

Sembrò allora il “contemporaneo”, lo è tuttora. Per questo torno ad inserire l’arguto disegno di Melanton, l’Immagine di una Luna d’inchiostro e il fiorire fra le mani l’Albero, quel che si scrive, le Parole. Sembrò allora la meraviglia per quell’inizio determinato fra Mente e Scrittura ma era l’inconsapevole già contenuto e da addizionare nella stessa Mente di quel che si sarebbe fatto, divenuto Scrittura. Quel che si asseriva non avveniva affatto nell’inizio, né per il solo inizio, bensì nel numero già ottavo per quell’anno DiVersale e, a quel tempo, la cabala attraeva, era (l’ottava) meraviglia, l’otto-8/il prospettato Uni-Verso ∞  e dava ampia possibilità di divagare, di ricreare nel rigenerato, in quel che si doveva.

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LAVORI in CORSO

Categoria: arte
Pubblicato: Sabato, 05 Ottobre 2013

Il MUST -  Museo “storico” di Lecce, ovvero,

una burla chiamata arte.

di Francesco Pasca

Ho tra le mani un volume di colore grigio e testo in rosso dichiarante ”LAVORI IN CORSO .Corpo2”(ci sarà stato, suppongo anche un .Corpo1). interrogativo ed esclamativo sono stati da me aggiunti.
In basso, sullo stesso, dal colore bianco il testo è altresì riportato con: “il percorso della scultura“; “aria di Roma”; “la scatola magica”.

Aperto il volume si ha la firma del testo di Luigi Coclite, (assessore al turismo e spettacolo) per titolo: “l’ampliamento dello sguardo”. Ovviamente, a seguire, s’aggiunge l’articolato con le firme del direttore, Nicola Massimo Elia (suppongo del Must), del curatore della rassegna, Toti Carpentieri (suppongo del critico d’arte) e infine del giovanissimo relegato per imparare negli “apparati”, Lorenzo Madaro (suppongo arrembante nel maremagnum della critica).  

Da lì in poi ammiro una serie di belle foto (Ma chi farà le tradizionali foto, forse quando occorre sapere di obiettivi, di diaframmi, di tempi di otturazione e di tanto altro?) con quel che dovrebbe essere l’immagine di presentazione del MUST. Sempre nell’ovvio vedo scorrere le tre sezioni: “percorso della scultura”, “l’aria di Roma” e “la scatola magica”.

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